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Rassegna stampa

LAVORARE IN HOTEL? NO, GRAZIE

LAVORARE IN HOTEL? NO, GRAZIE

Cade nel vuoto l´offerta di tirocini retribuiti a Sirmione «Avremmo assunto anche ragazzi senza qualifiche Ma nessuno vuol rinunciare a weekend e ferie estive»

Non offrivano un contratto principesco, ma uno spunto interessante per giovani di buona volontà: uno stage in albergo, retribuito con 500 euro mensili, con la possibilità di imparare un mestiere attraverso la pratica quotidiana. Un inizio. Un primo approccio al mondo del lavoro.
QUESTA ERA la proposta di un hotel di Sirmione, rivolta anche a ragazzi privi di qualifiche o di esperienza. Eppure quasi nessuno si è fatto avanti, e quei pochi si sono ben presto tirati indietro.
Scoraggiati dall´idea di lavorare nei week end e di rinunciare alle ferie estive.
Si sono dovute quasi arrendere Valentina Corfani, 33 anni, di Brescia, laurea alla Cattolica, e Manuela Romano, perito aziendale di San Martino della Battaglia, responsabili della direzione dell´Hotel Porto azzurro di
Sirmione.
Hanno passato un´intera stagione alla ricerca di giovani stagisti per impiegarli in varie mansioni alberghiere. Ma la stagione è finita e di stagisti neanche l´ombra, o quasi.
«Abbiamo contattato ragazzi e studenti senza esperienza, offrendo stage retribuiti come occasione formativa -­ raccontano -­. Ma le risposte erano disarmanti: dicevano “non voglio lavorare il fine settimana perché non vedrei il mio ragazzo”, oppure “questo lavoro è troppo impegnativo”, e ancora “non voglio lavorare d´estate, preferisco andare in vacanza”. Non contestavano la paga o le mansioni: parlavano di week end, di vacanze, di fidanzati».
È UNA STORIA emblematica di questa Italia, di una generazione che qualcuno ha definito di «bamboccioni», ma che deve confrontarsi con una disoccupazione giovanile al 25%.
«Anche noi siamo giovani -­ raccontano Manuela e Valentina -­ ma abbbiamo studiato e lavorato sodo per qualificarci, per imparare e raggiungere risultati. Siamo rimaste incredule nel sentire tanti ragazzi così superficiali e pretenziosi, pur non avendo alcuna competenza e nessuna esperienza».
Questo non toglie che la crisi ci sia davvero. Che la disoccupazione giovanile sia una drammatica realtà. «Ma è anche vero -­ ribattono Manuela e Valentina -­ che per chi ha voglia di mettersi in gioco, un ´opportunità ci sarà sempre. È dura, ma non serve piangersi addosso: bisogna darsi da fare. Noi offrivamo la possibilità di imparare un lavoro, partendo da zero, con umiltà e sacrificio. E tutti scappavano».